Settantenni Analogici.

I veri fighi digitali sono i Settantenni e passa di oggi.

Nati nel ’42, subito dopo la guerra.. ad andar bene da piccoli avevano le scarpe smesse dei fratelli piu’ grandi, ad andar male giravano a piedi nudi e non e’ il mio caso perche’ avevo i sandali.

Quando sono nati la televisione non esisteva, e quel poco di sperimentale che era stato fatto fino al ’39 ando’ perduto sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale.


Il telefono qualcuno ce l’aveva, ma mica neanche tutti, la Telecom era di la da venire, la SIP produceva elettricita’ e per avere un apparecchio telefonico a casa, in Lombardia ci si rivolgeva alla STIPEL.

Quando compiono vent’anni e’ tutto un fermento di innovazione e di benessere, i telefoni di casa si diffondono e li si spostano dal muro al tavolino.

le TV non sono piu’ solamente nei locali pubblici o nella villa del vicino dove ti presenti con la sedia in mano, ma la gente inizia ad averle in casa, nascono le prime televisioni “private” (o commerciali come si direbbe oggi).

Le auto non sono piu’ solo per ricchi ma possono esser acquistate firmando due kg di cambiali senz’osso.

Dopo altri vent’anni, ormai genitori, spuntano i computer tipo Commodore o Sinclair con potenza a 16bit, i telefoni portatili esistono ma questi si , sono una roba da ricchi.. solo nei film di 007 ci sono telefoni sulle auto.

La televisione analogica e’ ormai diffusa in quasi tutte le case e cominciano le zappingate coi telecomandi.

Oggi questi stessi signori li incontri nelle sale d’attesa, dal medico, in posta, che tirano fuori il loro smartphone e iniziano a chattare su Whatsapp, magari col figlio che scrive loro che i nipoti li porta alle due invece che alle quattro.

E sono li’, col loro indice impacciato a digitare su una tastiera senza tasti (ormai e’ tutto touch) messaggi alla moglie per decidere il pranzo e “ti serve qualcosa in farmacia”, magari derisi dal quindicenne a caccia di Pokémon che usa velocemente i pollici per scrivere anziche’ le 10 dita sull’Olivetti lettera 22 e che ovviamente manco pensa a cosa facevano i loro nonni come giochi..

la cavallina, il girotondo e le grette o tappi di bottiglia…

In 40 anni hanno visto la loro vita trasformarsi.. i viaggi farsi piu’ brevi, le distanze annullate, le videochiamate, che erano roba da Star Trek, diventare pane quotidiano per vedere la nipote che vive in Finlandia o l’amico in vacanza a New York.

Ma i veri fighi sono loro, sopravvissuti a un cambiamento davvero epocale, e scagliati nel mondo digitale che col benestare della Fornero i meno fortunati sono obbligati a lavorare.

Loro che quando son nati manco sapevano di essere analogici…