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Windows10 2004 Build 19041

La Windows 10 versione 2004 e’ pronta da scaricare da qualche giorno. La versione finale (Build 19041) puo’ essere installata su dispositivi primari o da lavoro quindi da oggi riceverai solamente aggiornamenti cumulativi e potrai installarli manualmente dal catalogo Microsoft.

Se avrai difficolta’ al recupero S.O. da Microsoft potrai anche utilizzare questo link da TurboLat.it scegliendo la versione adatta a te in formato zip.. oppure tenta col percorso dal pc.. Start/Impostazioni/Aggiornamento e Sicurezza/Verifica disponibilita’ Aggiornamenti.

Per capire quale versione stai usando potrai cliccare sui tasti Windows+R e digitare sulla Finestra WinVer e dare ok.


Il discorso e’ leggermente diverso per i driver in quanto e’ opportuno sempre di lasciar individuare i driver corretti da Windows Update e di installarli manualmente solo in caso di problemi specifici con una o piu’ periferiche, scaricandoli nel sito del Produttore del PC (se trattasi di portatile) o in quelli delle singole componenti (nel caso di fissi/assemblati).

Ricordo che 20 04 non e’ l’anno ma significa 2020 (prime due cifre) ed aprile (le ultime due).

Correttore Automatico…naaaa

Vi e’ mai capitato nelle varie messaggistiche di digitare una parola, dare invio senza leggere quanto avete scritto ed accorgervi poi che quanto pensavate da trasmettere al vostro interlocutore e’ stato variato dal correttore automatico facendo si’ che la frase fosse tutt’altro di quello che intendavate?

Esempi alla mano, un “appello” semiserio e’ quellodi Massimo Birattari a proposito delle bizzarre abitudini di correzione automatica dell’iPhone…

Se uno scrive sul computer o su un tablet, il correttore ortografico è una benedizione (sempre sia lodato!), mentre – ne sono convinto da sempre e niente mi farà cambiare idea – la correzione automatica è il Male, o semplicemente uno spirito maligno che fa scrivere email senza senso (quando va bene) o imbarazzanti.

Per questo l’ho disattivata e consiglio a tutti di fare lo stesso (se avete bisogno di istruzioni, le trovate nel post scriptum finale, ultime cinque righe).

Sul cellulare, però, dove i ditoni pigiano facilmente tasti vicini o si scrive con una mano sola mentre con l’altra ci si aggrappa ai sostegni di un vagone della metropolitana, i vantaggi della correzione automatica sono maggiori degli svantaggi.

Dunque la uso, e scrivo questo post nella speranza che alcuni suoi difetti possano essere superati.

Il correttore automatico di cui parlerò è quello di iOS, il sistema operativo di Apple, visto che utilizzo un iPhone (ma mi interesserebbe sentire le esperienze di chi usa Android o altri sistemi).

Il mio primo incontro con la correzione automatica di iOS, o meglio con la sua libera iniziativa, è stato scrivendo qualcosa come “Forse sì, ma ancora non lo sa”. Il messaggio che ho spedito, però, diceva: “Forse sì, ma ancora non lo Sto arrivando!”.

Cioè: come impostazione di partenza, il sistema considerava “sa” un’abbreviazione che veniva sciolta automaticamente in “Sto arrivando!” (forse adesso le cose sono cambiate).

Ecco, non mi è sembrata una grande idea, visto che in italiano la parola sa, terza persona singolare del presente di sapere, si usa abbastanza spesso.

(In inglese, l’abbreviazione è “omw”, che sta per “On my way!”, e la piccola differenza è che in inglese omw non è una parola di senso compiuto.)

Morale: sono subito andato a frugare tra le impostazioni (Generali ; Tastiera –; Sostituzione testo) per disattivare quell’abbreviazione .

Per quanto riguarda la correzione automatica vera e propria (che, ripeto, sullo smartphone è utile e fa risparmiare tempo ed errori), il problema tipico riguarda il benedetto c’è.

Il correttore automatico sa che è scomodo premere c, poi cambiare tastiera, battere l’apostrofo, tenere premuta la e fino a far comparire la e con l’accento grave; quindi ha deciso che basta scrivere ce per ottenere un bellissimo c’è. Ma certe volte noi vogliamo scrivere davvero ce e basta.

Per esempio, guardate qui:

Non voglio dire che tutti i *c’è ne sono, *c’è né bisogno, *non c’è ne per nessuno che si leggono nei tweet, su Facebook, nelle chat siano colpa del correttore automatico dell’iPhone.

Ma di sicuro vi consiglio di stare molto ma molto attenti ogni volta che volete scrivere ce.

Se l’autocorrezione di ce in c’è ha comunque senso, quella (totalmente casuale, tra l’altro) della congiunzione e (minuscola o maiuscola) nel verbo è ne ha sicuramente molto meno, visto che per ottenere quell’accento non occorre far altro che tenere premuto il tasto della e e sfiorare appena la è che compare subito sopra.

Ma per quanto riguarda gli accenti, il vero scandalo, e la vera ragione di questo mio sfogo, sono i passati remoti a tradimento. Perché, perché se voglio dire entro, arrivo, guardo, il correttore mi scrive entrò, arrivò, guardò?

Ecco: ho scritto questo post per spiegare a Apple Italia che, piaccia o non piaccia, nell’italiano contemporaneo il passato remoto è sempre meno usato, e le probabilità che, in un sms o in un messaggio di WhatsApp, io (ma non solo io) usi la terza persona singolare del passato remoto invece della prima persona del presente indicativo sono davvero infinitesime.

Quindi le rare volte che mi servirà un passato remoto sarò ben felice di mettercelo manualmente io, l’accento.

Invece devo passare il tempo a togliere quelli infilati a capocchia.

E qui bisogna parlare di un aspetto fondamentale del correttore automatico: la sua capacità di apprendimento.

Il sistema impara da ciò che scriviamo: un cognome o un nome geografico che all’inizio verrà segnato come errato (o magari sostituito con qualcosa di conosciuto) dopo un paio di impieghi potrà benissimo essere proposto come correzione, perché il sistema si rende conto che se torna spesso in quella forma ha un significato per noi.

Però, sul passato remoto, il sistema (almeno quello del mio iPhone) non impara: continuo a correggerlo e lui, granitico, insiste coi maledetti accenti.

La tendenza a scegliere termini già usati non vale solo per la correzione di parole che contengono errori di battitura.

Come nel caso di entro/entrò, il correttore interviene anche se uno ha scritto parole di senso compiuto.

Osservate queste schermate:

 

 

Può darsi che, nel mio vocabolario, inedito ricorra più frequentemente di onesto: ma qui la correzione viene proposta non alla fine della battitura di l’onesto, ma dopo l’aggiunta di sceriffo (e davvero escluderei di aver mai scritto in vita mia l’inedito sceriffo; ah, lo sceriffo di Prima pagina si lamenta perché i giornalisti lo chiamano sì onesto, ma tra virgolette).

In un altro caso, davvero inspiegabile, il correttore mi ha corretto una parola normalissima con una del tutto inesistente:

Ora, di sicuro la parola aceto non è di alta frequenza nei miei messaggini (la uso solo per parlarne male), ma posso assicurare di non aver mai impiegato l’errato e impossibile l’averò.

Quindi la domanda è: come mai il correttore automatico mi corregge una parola esistente, e lasciata intatta la riga sopra, per sostituirla con uno sgorbio impossibile da concepire? (Per completezza d’informazione: il piatto di cui si stava parlando erano i nervetti.)

Insomma, cara Apple Italia, cerca di fare qualcosa (soprattutto: lascia perdere i passati remoti, ti supplico).

PS: per disattivare la correzione automatica sul Mac, andate in Preferenze di sistema (l’icona con l’ingranaggio), premete su Tastiera, selezionate in alto il pannello Testo e togliete il segno di spunta (lasciate il quadratino vuoto) a “Correggi automaticamente ortografia”.

Sull’iPad (o sull’iPhone, se siete esasperati), premete Impostazioni (icona simile), andate su Generali, scendete fino a Tastiera e spegnete l’interruttore (non deve essere verde ma grigio) accanto a “Correzione automatica”.

Rilasciaìto l’aggiornamento di Firefox 73.

Quest’ennesima release del “Panda Rosso” porta con se diverse novità tra cui, ad esempio, il supporto ad un nuovo DNS over HTTPS provider predefinito.

A partire da questa versione del browser i siti o le applicazioni Web che offrono contenuti VR dovranno richiedere il permesso all’utente per poter accedere al dispositivo VR connesso al PC.

DNS over HTTPS

A settembre 2019 il team di Firefox annunciò che il protocollo DNS-over-HTTPS sarebbe stato utilizzato di default per le query DNS. Tale impostazione permette di evitare che entità di terze parti, come ad esempio i network service provider, possano monitorare la navigazione dell’utente incrociando gli indirizzi IP con i nomi a dominio.

Il servizio DoH di Firefox è basato sul DNS 1.1.1.1 di Cloudflare. Questa scelta però ha fatto storcere il naso a molti utenti del Panda Rosso, sopratutto coloro che non vedono di buon occhio l’azienda di San Francisco. Per quietare gli animi la fondazione ha deciso di inserire una nuova opzione in Firefox 73 che permette di modificare il DNS over HTTPS provider predefinito.

Gli utenti potranno scegliere tra il servizio DoH di Cloudflare e quello di NextDNS, inoltre è comunque possibile impostare manualmente un provider personalizzato tramite la sezione “Custom”.

Livelli di zoom predefiniti dei contenuti Web

Nella nuova release è stato integrato il supporto per l’impostazione del livello di zoom predefinito dei contenuti Web. La nuova opzione è disponibile nella sezione Impostazioni Generali>Zoom. L’utente potrà decidere se applicare un determinato zoom solo al testo oppure all’intera pagina.

Controlli VR

Gli sviluppatori della fondazione hanno migliorato l’integrazione di Firefox con i dispositivi di realtà virtuale.

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Scaricato l’aggiornamento? 

Allora potete dare uno sguardo alla striscia domenicale di Stefano e le sue osservazioni sul classico volo del Matteo…

 

Via da Facebook.

Nonostante
il social di Mark Zuckerberg abbia a fine 2019 2,45 miliardi di
utenti attivi (circa un terzo della popolazione mondiale)si sta
verificando un allontanamento di utenze e secondo “The
Conversation U.K.”
non da poco in quanto il 9% delle persone ha
cancellato il profilo nell'ultimo biennio.

Non e' semplice stabilire perché certi utenti, seppur in un numero
ancora relativamente ridotto, abbiano deciso di abbandonare Facebook.

Negli ultimi mesi sono state condotte diverse survey a questo scopo,
sebbene nessuna sia giunta a dei risultati perfettamente conclusivi.

In linea generale si può pero' distinguere tra due grandi gruppi di
motivazioni: quello
generazionale
e quello dovuto a un
crescente
disagio nell'usare la piattaforma.

Sul fronte generazionale, più che un abbandono si tratta di un rifiuto.

Le generazioni più giovani, come quella dei Gen Z
e la parte finale dei Millennials, preferiscono altre piattaforme.

Dopo un boom di Snapchat e l'attuale crescita di Instagram
- social fotografico sempre di proprietà di Mark Zuckerberg, votato
dagli esperti come servizio dalla possibile maggiore crescita nei
prossimi anni - i giovanissimi si stanno riversando in massa su
TikTok.

Da questi utenti, Facebook è visto come vetusto, un luogo per adulti
dove il rischio di incrociare persone a cui non si vuole dare accesso
alla propria vita online - come i parenti - risulta eccessivamente
alto. Nonostante Facebook abbia introdotto funzioni come le Storie,
l'appeal rimane basso.

È pero' il fronte degli adulti, ovvero di coloro che probabilmente sono
già utenti Facebook, che potrebbe generare maggiore preoccupazione
per la compagnia.

The Conversation sottolinea un crescente disagio fra gli utilizzatori,
soprattutto per il funzionamento tipico della piattaforma che,
volente o nolente, porta le persone a
estremizzare i contenuti
e ad alimentare la
polemica.

Fra gli elementi che potrebbero contribuire alla fuga, si elencano:

  • Scandalo Cambridge Analytica:
    dopo le polemiche degli ultimi mesi, i rischi per la privacy e la
    profilazione di molti utenti a scopo politico e senza esplicito
    consenso, diversi hanno deciso di abbandonare la piattaforma;

  • Bufale e fake news:
    sempre piu' utilizzatori vedono il problema delle bufale e delle
    fake news, spesso endemiche nel proprio feed, come irrisolvibile.
    Facebook ha avviato un servizio di fact checking, ma la
    proliferazione è molto alta, complice anche la cattiva abitudine di
    moltissimi utenti di condividere senza prima verificare la
    veridicità delle fonti;

  • Stress e procrastinazione:
    sempre piu' persone considerano l'interazione tipica di Facebook
    come stressante, poiche' non risulta difficile rimanere invischiati
    in polemiche anche indirette, inoltre lo strumento sarebbe percepito
    come responsabile di eccessiva procrastinazione, sia sul fronte
    personale che lavorativo;

  • Echo chamber:
    varie persone percepiscono Facebook non come una piattaforma di vero
    confronto, dove si puo' approfittare della possibilita' di scambiare
    opinioni anche opposte, bensì come un luogo dove esplodono le echo
    chamber: ovvero la moltiplicazione di idee uguali alle proprie, che
    acquisiscono solidita' poiché ripetute all'infinito da molte
    persone;

  • Privacy:
    alcuni utenti temono che l'uso eccessivo dei social possa
    profondamente minare la propria privacy, soprattutto in merito
    dell'utilizzo dei propri dati a scopo di tracciamento pubblicitario.

I dati di questo post sono stati rilevati da “The Conversation U.K” e da “HTML.IT” e rammento che potrete aggiornare da oggi 14genn2010 il Sistema Operativo di Windows10 con gli aggiornamenti del secondo martedi’ del mese e trattasi dei KB4528760/KB4532938/KB890830 rispettivamente per i cumulativi vers. 1909 e rimozione malware.

Telegram aggiornamento del 2 gennaio 2020.

E’ in distribuzione dal 2 gennaio 2020 l’aggiornamento di Telegram sia per Android che per iPhone.
Nel primo caso, e’ la versione 5.13 dove il changelog e’ invariato e propone una lunga lista di migliorie in quanto:

• Crea temi con tonalita’ colore e motivi.
• Programma l’invio dei messaggi quando il destinatario e’ in linea.
• Scegli i luoghi piu’ facilmente quando invii la posizione
• Passa alla modalita’ notte e viceversa dal menu di sinistra.
• Usa le mappe scure con la modalita’ notte.
• Scegli la qualita’ dei video inviati piu’ intuitivamente.
• Scorri in basso i profili degli utenti o passa tra i messaggi per nuove animazioni.
• Scopri altri 31 miglioramenti e bug risolti.

Calendario Perpetuo.

Eccovi il calendario 2020 in formato Excel capace di riportare automaticamente ed evidenziare in rosso tutte le festività nazionali italiane (si tratta di quelle riportate nella pagina della Presidenza del Consiglio dei Ministri) oltre alle domeniche.

Il calendario 2020 scaricabile cliccando qui e’ stato concepito in maniera tale da occupare due fogli A4 (il calendario puo’ quindi essere per esempio stampato fronte/retro): sei mesi sul primo foglio, sei mesi sul secondo.
E in terza pagina l’elenco delle festivita’.

Per impostazione predefinita il calendario mostra le festivita’ del 2020 ma cambiando semplicemente l’anno nella cella B1 del foglio elettronico e premendo il tasto Invio, il calendario si aggiornera’ da se’.
E se non ricordate il giorno in cui siete nati/e..mettete l’anno..

Win10 aggiornamento del maggio 2019.

Vai su “Scrivi qui per eseguire la ricerca” in basso a sinistra e digita “Winver”.

Se la versione non e’ la 1903 build 18362.175 fai il percorso Start>Impostazioni>Aggiornamento e sicurezza>Windows Update e scegli Verifica disponibilita’ e aggiornamenti.

Se ti dice che non esistono aggiornamenti e tu vedi che hai la versione vecchia bypassa tutto e ottienila con l’Assistente aggiornamento.

Nella pagina che si apre seleziona la parte alta su “aggiorna ora” e da li in poi hai solo da cliccare sul SI e aspettare che raggiunga il 100%.

L’icona dell’Assistente tienila buona per altri aggiornamenti.

Windows 10 – La rete non e’ sicura.

Con l’Aggiornamento di Windows 10 versione 1903 di maggio 2019 il sistema operativo Microsoft mostra un avviso ogniqualvolta si provasse a usare una rete WiFi “protetta” con gli obsoleti WEP o WPA-TKIP.

La comparsa del messaggio deriva dal fatto che la connessione WiFi scelta è protetta con un algoritmo obsoleto: WEP (Wired Equivalent Privacy) è l’algoritmo più vecchio e più insicuro in assoluto, presentato dalla Wi-Fi Alliance addirittura nel 1999, ben prima di Windows XP. WPA-TKIP (Wi-Fi Protected Access Temporal Key Integrity Protocol) è stato approvato nel 2002.
Entrambi, però, utilizzano a loro volta l’algoritmo di cifratura stream RC4, violabile con estrema facilità.
Analizzando il flusso dei dati trasferiti con RC4, è stata rilevata una certa periodicità nei primi 256 byte nonché una forte correlazione tra la chiave e il keystream.
Ecco perché WEP e WPA-TKIP non devono più essere assolutamente adoperati, anche perché è facile accedere a una rete WiFi (in meno di un minuto) senza conoscere la password corrispondente.

Il consiglio è quello di passare ove possibile a un algoritmo crittografico più recente o, altrimenti, di sostituire completamente il router WiFi.

Sulle reti WiFi gestite da terzi non è ovviamente possibile intervenire ma è opportuno considerare tali reti come assolutamente insicure perché potenzialmente utilizzabili da soggetti del tutto sconosciuti.
Digitando cmd nella casella di ricerca di Windows 10 quindi premendo la combinazione di tasti CTRL+MAIUSC+INVIO, si aprirà il prompt dei comandi con i diritti di amministratore.
Qui, si provi a digitare il comando seguente:

netsh wlan show all > %userprofile%\wifi.txt && notepad %userprofile%\wifi.txt

Esaminando quanto riportato a partire dal paragrafo Mostra nome profili, è possibile ottenere l’elenco completo delle reti WiFi alle quali ci si è collegati
L’indicazione a destra di Autenticazione (sezione Impostazioni sicurezza) mostra l’algoritmo utilizzato per proteggere ciascuna WiFi.
Per mettersi al sicuro è importante verificare l’algoritmo per la protezione della rete WiFi impostata sul router.
Dopo aver effettuato l’accesso al pannello di amministrazione (di solito basta digitare 192.168.1.1 o 192.168.0.1 nella barra degli indirizzi del browser), bisognerà portarsi nella sezione Configurazione WiFi o similare e accertarsi di usare almeno l’algoritmo WPA2-PSK.

Con WPA2-PSK è inoltre bene scegliere password a protezione della rete wireless lunghe tra 16 e 20 caratteri che siano sufficientemente complesse (presenza di caratteri alfanumerici e simboli).

È importante evidenziare che sui router dual-band, che permettono cioè di configurare reti WiFi sia sui 2,4 che sui 5 GHz, nel caso in cui si volessero usare entrambe le bande, è necessario utilizzare le stesse impostazioni di sicurezza (ovvero almeno algoritmo WPA2-PSK e password sufficientemente lunga e complessa).
Inoltre, le stesse attenzioni dovrebbero essere seguite anche per le reti WiFi guest, quelle messe a disposizione degli ospiti.

Il tutto in attesa della diffusione dello standard WPA3 che è stato presentato come invulnerabile agli attacchi brute force. (non tutti la pensano cosi’).

Windows 10 Aggiornamento Maggio 2019 – frequenti disconnessioni WiFi.

Samsung Galaxy – Patch di maggio 2019.

Lista degli smartphone Samsung Galaxy destinati a ricevere l’aggiornamento di maggio 2019 pubblicato da SamMobile.

  • Galaxy S9, Galaxy S9+, Galaxy S10, Galaxy S10+, Galaxy S10e

  • Galaxy Note 8, Galaxy Note 9

  • Galaxy S7 Active, Galaxy S8, Galaxy S8+, Galaxy S8 Active

  • Galaxy A5 (2017), Galaxy A8 (2018)

A seguire, invece, quelli che prevedono ormai un piano trimestrale di rilasci e che, con ogni probabilità, saranno esclusi dall’elenco a proposito della patch di maggio:

Galaxy S7, Galaxy S7 Edge, Galaxy S8 Lite, Galaxy Note FE

  • Galaxy A5 (2016), Galaxy A6, Galaxy A6+, Galaxy A7 (2018)

  • Galaxy A8+ (2018), Galaxy A8 Star, Galaxy A8s, Galaxy A9 (2018)

  • Galaxy A2 Core, Galaxy A10, Galaxy A20, Galaxy A20e, Galaxy A30, Galaxy A40, Galaxy A50, Galaxy A60, Galaxy A70

  • Galaxy J2 (2018), Galaxy J2 Core, Galaxy J3 (2017), Galaxy J3 Top

  • Galaxy J4, Galaxy J4+, Galaxy J4 Core, Galaxy J5 (2017), Galaxy J6, Galaxy J6+

  • Galaxy J7 (2017), Galaxy J7 Duo, Galaxy J7 Max, Galaxy J7 Neo, Galaxy J7 Top, Galaxy J7 Prime 2, Galaxy J7+, Galaxy J8

  • Galaxy M10, Galaxy M20, Galaxy M30

  • Galaxy Tab A (2017), Galaxy Tab A 10.5 (2018), Galaxy Tab A 10.1 (2019), Galaxy Tab A 8 Plus (2019), Galaxy Tab Active 2

    Ciancio alle bande e adesso VinciSalvini.it dello Ste..