Sculture “Velate”.

 

 

 

 

Uno sguardo alle sculture “velate”.

Certo che se confronto artisti contemporanei col passato sono perplesso..un Fontana che ti fa qualche taglio su tela va all’asta per 2 o 3 milioni che siano dollari o euro poco importa ma mi domando quanto debba valere un Cristo Velato del Sanmartino, il Disinganno o la Pudicizia del Corradini… sempre opere sono e poi un quadro del Fontana lo puoi appendere in parete e via.. quelle degli altri son blocchi di marmo da due o tremila kg… se chi ti fa la pulizia fa cadere il quadro fai un’altro taglio e aumenta il valore.. se invece ti rompe il velo o la rete delle statue..son azzi acidi.

Ad ogni modo mi gasa molto la storia delle statue che potrete trovare nella Cappella di Sansevero.in via Francesco De Sanctis 19/21, nel cuore del centro storico di Napoli alle spalle di piazza San Domenico Maggiore.

Questa cappella era della famiglia di Raimondo di Sangro (ora D’Aquino) principe di Sansevero


appartenente alla massoneria che commissionò veri capolavori quali:

 

il Cristo Velato

 

 


Opera dello scultore
Giuseppe Sanmartino che l’ha realizzata nel 1753 proseguendo il lavoro che inizialmente come bozzetto fece Antonio Corradini che purtroppo non riusci’ terminare e per questo scultore ne parlero’ piu’ avanti nel post. ma tornando sul Cristo Velato, lo scultore è riuscito, lavorando su un unico blocco di marmo, a dare vita ad una statua a grandezza naturale (180x80x50 cm) che rappresenta il corpo privo di vita di Gesù Cristo, ricoperto da uno straordinario velo trasparente in marmo, adagiato su un giaciglio.

 

Secondo alcuni, un velo cosi’ realistico nella sua leggerezza non poteva essere opera dello scultore ma piuttosto il frutto di un processo di marmorizzazione di un vero tessuto, ottenuto grazie alle conoscenze alchemiche del principe Raimondo di Sangro.

Ora ci si domanda quante copie Cristo Velato esistono in italia?

1 – bozzetto in creta fatto dal Corradini ed è al museo di San Martino.

 

 

2 – bozzetto in creta fatto da Sanmartino si trova al LACMA di Los Angeles.

 

 

3 – opera fatta nel 2014 da Helmut Perathoner di Ortisei.

Questa opera sono in pochi a conoscerla ed è fatta utilizzando legno di cirmolo o legno cembro coperta da strati di gesso e sopra dato il colore che sembramarmo ed è a Potenza nella chiesa di Santa Maria del sepolcro.

4 – opera di Felice Tagliaferri terminata nel 2010.


Il Tagliaferri è un nonvedente e nel 2008 ha cercato di tastare il cristo velato fatto dal sanmartino ma gli operatori della cappella dove era esposta glielo hanno vietato e quindi tornato a casa se ne è fatta una lui grande 180 cm x 80 cm in due anni e dal 2010 è esposto a Sala Bolognese BO.

 

5 – opera itinerante di Pietro Santamaria


scultore di Caserta che dal 2010 espone in diverse citta’ del SudItalia.

 

Se voi ne conoscete altre mandate mail e lo aggiungero’.

Il Disinganno

Opera dell’artista Francesco Queirolo che nel 1753-4

 

 ha scolpito nel marmo una fitta rete che avviluppa il corpo di uomo, con un incredibile cura nel dettaglio dei nodi ed è una rappresentazione allegorica della possibilità, per ogni essere umano, di liberarsi dal peccato, simboleggiato dalla rete, grazie all’intelletto, che assume l’aspetto di un putto.
Le tentazioni mondane prendono la forma di un globo terrestre, mentre la Bibbia è indicata come lo strumento attraverso il quale ritrovare la luce della virtù.

 

Non a caso è riportato, nel bassorilievo ai piedi dell’uomo, il passo del vangelo di Gesù che dona la vista al cieco.

La statua fu dedicata da Raimondo al padre Antonio, che dopo una vita piuttosto libertina aveva trovato la via della virtù.

Non c’è giudizio nel pensiero del Principe, solo la constatazione della “fragilità umana, che non può conoscere grandi virtù senza vizio”.

Il simbolismo dell’opera è pieno di rimandi a elementi massonici (il concetto di oscurità/luce; la “grande luce” rappresentata dal libro aperto), ma ciò che in realtà lascia stupiti è la cura con la quale è stata scolpita la corda, frutto, pare, di sette anni di lavoro da parte di Queirolo, che non si avvalse dell’aiuto di nessun assistente.Il bozzetto era piaciuto al Principe ma volle far spostare il piede del Putto dalla palla.. (il cliente ha sempre ragione).

La Pudicizia

 

 

nota anche come la Verità Velata fu scolpita nel 1752 dall’artista Antonio Corradini e l’opera era stata commissionata a ricordo della madre del Raimondo di Sangro.

La statua raffigura una giovane donna la cui nuda bellezza classica emerge evidente dal velo marmoreo trasparente che la ricopre.

 

 

Il velo, scolpito con mirabile maestria, sembra aderire al corpo della figura come se fosse bagnato, inumidito dal vapore prodotto dal bruciaprofumi.

Lo sguardo perso, l’albero della vita, la lapide spezzata sono i simboli di quell’esistenza troncata troppo presto ed amaramente rimpianta dal figlio Raimondo, che volle così tramandare fattezze e virtù della giovane madre.

 

 

 

La figura reca una ghirlanda di rose adagiato sul ventre, che si diparte da un bocciolo racchiuso nella mano destra.

Sul bassorilievo ai piedi della statua corre la scritta “Noli me tangere”.(non mi toccare),

E come detto all’inizio il Corradini aveva gia fatto il bozzetto del Cristo Velato ma non lo ha potuto terminare in quanto morì nel 1752 e di lui esiste al Louvre una scultura di femme voilée


che probabilmente era stata commissionata per appoggiarla a qualche parete in quanto dietro non è scolpita ma piatta.