Archivio dell'autore: lellaminenna

Riflessioni sulla pandemia.

Ebbene si.. utilizzo il blog per riflessioni di carattere leggero o sociale, per condividere esperienze personali o per consigli tecnologici che ci passiamo sulla rete, cerco virus e me li sparo dentro, ci gioco mi incazzo quando sdereno il pc..m’incazzo con me stesso ma mi affascina lottare e davvero cerco a volte una strada, non per altri, ma per me stesso e del resto che alternativa ho..guardare le belinate che ci propina la TV?

O fare seggiole coi tappi dello champagne?.

Fondamentalmente pero’ il godimento australe sarebbe quello di presentarmi come un miscuglio di pensiero ed azione perche’ considero che dall’immaginazione nasca la realta’ in quanto voluta e costruita in linea col seme della verita’, la mia verita’ ovviamente anche nel parlare in terza persona non disdegnando magari sacre scritture senza dissacrarle al di la’ del senso religioso e senza prendere posizioni ed offrire spunti interpretativi sorprendenti e per me altamente significativi su come vivere, pensare ed agire nel mondo mediatico.

Mi ricordo agli albori scolastici subito dopo il risorgimento, come i miei compagni recepivano discorsi di Socrate, Epicuro, Platone, Aristotele, Eraclito e dimentico altri ma non dovuto ai 15,62 lustri ma al non interesse sui ricordi, li rammento solo perche’ quando son sul cesso che faccio cruciverba vengono richiesti come definizioni, erano pesanti perche’ anacronistici ma ripeto solo per altri in quanto io li vivevo a modo mio, ho un modo di prendere le notizie alla mia maniera ed e’ per quello che nei miei discorsi salto di frasca in palo..

Quante volte me l’hanno ripetuto sin dall’infanzia…

Visto col senno del poi pero’ devo dire che chi mi rimproverava non era proprio un perfetto docente e non voglio dire che non capiva un cazzo per non offendere l’organo riproduttivo, non era docentuoso ma seguiva solo un tracciato e quei “fuori tema” che mi appioppavano, per me erano e sono il mio tema e non quello che gli altri mi volevano far fare ed e’ li che e’ nata la faccenda che non mi frega nulla di quello che gli altri pensano di me in quanto a me interessa solo quello che penso io degli altri e forse nemmeno quello e mi rammento il fatto di quello chiamato pazzo che attaccato al cancello dell’istituto, chiedeva alla gente che passava e proferiva… e voi li dentro come state?
Tanto per fare un esempio salto sulla pandemia che stiamo vivendo..Il destino vince insomma.. ma il destino lo considero come una notte sui nostri pensieri, perche’ non e’ possibile che si pensi se si e’ convinti, che tutto e’ imposto e regolato dalle istituzioni, persino il nostro pensiero.

Sarebbe meglio non pensare a nulla e mettersi a fare ghirighiri al criceto.

L’origine sociale antica cancellava il tempo.. i figli imitavano i gesti del papa’, sia democristiano o comunista, sia interista o milanista, era gia’ quello che sarebbe stato nel futuro…l’ereditarieta’ esisteva nella societa’ prima ancora di entrare nei nostri convincimenti.

Ma sapere per ricominciare non necessita davvero sapere…

Insomma il pensiero o e’ riformatore o si spegne nella massa, questo accade se noi agiamo meccanicamente senza la luce e la luce viene a disturbarci masturbando tutte le nostre idee illuminando le seghe mentali.

Tutto quello che capitava nel sonno dell’umanita’ era preventivamente conosciuto..guerra, carestie ..pestilenze..

Tutto questo era atteso ed e’ per quello che i bambini nascevano vecchi.

L’oriente ci insegna che la salute spegne il pensiero e non ci insegna cio’ che fu’.

Non sono pensieri distorti e non sto’ andando fuori riflessione perche’ l’apparenza ha un grande peso perche’ il figlio imita il padre o peggio ancora imita quello che vede in TV su Youtube, lui vuol fare il tronista, vuol fare il calciatore che si toglie la maglia o partecipare al grande fratello, lei idem, vuol fare la velina o l’opinionista o influencer e si reputa grassa e diventa anoressica, vuol fare la Belen di turno farfalla compresa, vuol emergere scrivendo sms con la k e corredandola di emoticon o faccine qualdirsivoglia..

Secondo la buona creanza ogni pensiero e’ considerato scandaloso, e’ il vecchio che sa’.. puo’ fare di meglio?

Boh..

Questa anche se non scritta e’ una legge potente.

Cio’ che vi e’ di giovanile viene costantemente svalutato dagli antichi, dove si vede la giovinezza che dopo un sorprendente avvio, chiedere ben presto perdono agli Dei barbuti e calvi e farla diventare vecchia prima del tempo e non e’ il mio caso dovuto alla sindrome di Peterpan ed e’ qui che esco dalla massa degli insegnamenti imposti.

Cominceremo dunque da capo? (questo lo chiedeva Socrate il vecchio fanciullo).

E adesso come disse lo specchio, basta riflettere apro un’altra bottiglia di grappa rigorosamente alla genziana e mi faccio i gargarismi, le riflessioni vengono meglio… uno due ..uno due.. basta riflessioni.. Amen

E stavolta Stefano ha dimenticato la spedizione e quindi via al lunedi’..

Registrarsi in Facebook con email di altri.

Dite sia impossibile? Puo’ essere ma sei anni fa qualcuno ha avuto le sue grane e senza far cognomi, parlo di Giuseppe il Beneventano e per comprendere in toto la faccenda vi rimando alla lettura del dettagliato articolo pubblicato su TAL. E se qualcuno di voi ha avuto esperienze di tal guisa e’ gradita una sua mail in pvt.

Sin dal momento in cui l’amico Zuckerberg mise per la prima volta online la sua oramai celebre creatura in blu, il binomio privacy-facebook ha fatto discutere, e non poco, generando dubbi e creando dissapori tra utenti ed autorita’.

Tenendo conto di cio’ molto probabilmente non tutti si stupiranno della singolare vicenda accaduta a suo tempo a Giuseppe e raccontata anche sulle pagine di The Apple Lounge.

Detta in breve l’esperienza di Giuseppe ha messo risalto una grave falla, chiamiamola cosi’, di Facebook ed i rischi derivanti dal fatto che qualcuno, per mero “diletto” o per puro errore, possa creare un account sul tanto amato social network con l’indirizzo email di altri utenti non registrati ed operare indisturbato per tutta una serie di giorni, i fatidici tre ed oltre entro i quali dovrebbe esser confermato l’indirizzo di posta elettronica indicato ed ancor di piu’ quelli necessari al team del buon Zuck affinche’ ci si accorga che qualcosa, effettivamente, non sta andando proprio come dovrebbe.

Pur non avendo mai creato alcun account su Facebook (come tutti noi non normali) Giuseppe si era infatti ritrovato a dover fronteggiara messaggi di posta elettronica inerenti le attivita’ (richieste di amicizia accettate di dubbio gusto ed iscrizioni a gruppi del tipo “VULVIVENDOLE DEL CHIAVISTERIO DI VALLOMBROSA” che lasciano ben poco spazio ad eventuali dubbi) eseguite su Facebook da un altro account registrato, ma non confermato, con il suo indirizzo di posta elettronica e, cosa ancor piu’ importante, alla lesione della propria immagine… ovviamente in sei anni si e’ corso ai ripari ma… sembra che in questi giorni qualcosa non STIA FUNZIONANDO..diamo la colpa al COVIDICIANNOVE anagramma di IO VENDO VACCINI…

 

Coincidenze strane e buona apertura dei confini regionali..staremo a vedere e adesso la striscia Pentecostale dello Stefano che disserta sui tagli dei parlamentari…

Movida Milanese (pero’)..

Da buon varesotto che ha passato due lustri nel milanese nei primi cinque lustri di vita, cerco di far capire il perche’ dell’assembramento dopo lo “sblocco” dei domiciliari, giudicato incivile ed incosciente pericoloso da chi legge i giornali o guarda la TV di stato.

Non e’ solo ai navigli che e’ successo il fattaccio ma anche nelle regioni del sud dove si e’ festeggiato lo sblocco con assembramento festoso sulle spiagge vedi Mondello coi vu compra’ compresi

vedi il lungomare di Bari

, ma torniamo all’accusa di chi si fa suggestionare dall’informazione oneway di stato e a questo pro condivido al cento con l’appoggio difensivo di Piero Colaprico che a nome di tutti noi Italiani.. dice “Ma per favore non trattateci da sudditi” riferendosi al sindaco Beppe Sala che ha usato la parola “incazzato” e al supercapo dei commercianti Carlo Sangalli che a sua detta l’assembramento ai Navigli e’ stato “incosciente pericoloso”.

Non esiste alcun dubbio nel fatto che, se gli assembramenti sono vietati, appoggiarsi alle ringhiere delle Alzaie del Naviglio col gin tonic sia stato sbagliato.

Si e’ criticato “il ritorno a casa” di chi dal Nord e’ corso al Sud, allo stesso modo dobbiamo sanzionare il “ritorno in strada” dei giovani milanesi con le palle stracolme.

Pero’ intorno a questa movida improvvisata, ci sono almeno due “pero’”.

Il primo e’ che i milanesi sono blindati in casa dall’8 marzo e la media dei comportamenti virtuosi e’ stata altissima.

La grande metropoli e’ come andata in letargo.

Appena c’e’ stato “lo sblocco”, come lo chiamano i ragazzi, e’ diventato difficile per questa Milano giovane fermarsi a riflettere.. la nostra non e’ una citta’ adatta alla timidezza.

Il secondo”pero’” riguarda la psicologia sociale.

Possiamo sapere, anche a grosso modo, quanti sono i contagiati in percentuale alla popolazione?

A questa domanda essenziale la Regione non da’ spiegazioni.

A Milano e in Lombardia, realta’ ricchissime, moderne, tecnologiche, ci si sente rispondere una volta che non ci sono i tamponi, un’altra che mancano i reagenti, in giorno i test sul sangue vanno bene e un altro no.

Se la politica sanitaria lombarda (in mano al centrodestra) sia stata adeguata o no lo si potra’ discutere meglio “a bocce ferme”, ma sulla confusione totale che regna nelle case e nei quartieri cittadini, zero perplessita’ sin da ora.

In Veneto sanno piu’ o meno come va, in Lombardia no.

Sul punto, ha protestato spesso il sindaco Sala.

Quindi il risultato e’ che noi possiamo ubbidire come abbiamo sempre fatto, ma lo facciamo con convinzione se non ci sentiamo trattati da sudditi, essendo cittadini.

Cittadini, va detto, stufi anche degli inganno che abbiamo ricevuto, ad esempio, sul numero dei morti e sulla situazione al Pio Alberto Trivulzio e in altre Rsa.

Ieri sera i Navigli erano presidiati, la prefettura non s’e’ fatta prendere in contropiede dal ghiaccio che tintinna e dalle mascherine sulla fronte… anche i “ghisa” e gli agenti “pero’” sanno che e’ dura stare a casa in queste giornate anticicloniche, con i Navigli che sembrano quasi Ibiza e dappertutto spande l’odore pungente del lime.

Tutto questo non giustifica ovviamente il comportamento tenuto ai Navigli ma attenzione all’assalto che e’ stato presentato con immagini schiacciate e ingrandite in cui l’attivita’ motoria si confonde con lo struscio e il distanziamento sociale diventa festa mobile… e vabbe’ dagli all’untore e continuiamo muniti di mascherina

ndr.. significa indossati e chiudo con la striscia domenicale dello Stefano e un augurio a tutte le mamme..

Serena Pasqua.

Cari Linkediniani ringrazio per gli auguri in posta e rispondo a grandangolo con un post ripromettendomi di mailizzarvi uno ad uno..
Donc..
Un motto cita che Natale e’ con i tuoi e Pasqua con chi vuoi e data la contingente situazione dei domiciliari, io vi auguro di passarla non con qualcuno ma con qualcosa.. qualcosa che la vita vi ha fatto perdere da qualche tempo o che voi avete dimenticato di proposito da qualche parte o semplicemente che qualcuno vi ha sottratto o portato via di brutto e mi riferisco alla fiducia.. 

il mio augurio non vuol farvela ritrovare, quella ormai se n’e’ ita, era vecchia, compromessa e corrotta..

vi auguro di cuccarne una nuova di zecca a tempo pieno e non part-time, una fiducia senza clausole o post scriptum vari, senza contratti..

una fiducia totale in voi stessi che vi porti a pensare che tutto quello che di buono la vita ha da offrire..

voi lo potete avere… 

forza figlioli, armatevi di ottimismo anzi quasi nonimismo e lasciate gli assaggi a quelli che aspettano la domenica per divertirsi e il lunedi’ per lamentarsi e non accontentativi del classico bicchiere sia mezzo vuoto che mezzo pieno.. 

buttate via sto bicchiere e prendete una caraffa da litro anzi esagero, prendete un pozzo, una diga, un lago un mare un oceano e lavorate sulla vostra convinzione e prendete esempio dal girasole, cercate voi il vostro raggio di luce e solo cosi’ vi verra’ l’assurda sete di vivere e riempirete col vostro entusiasmo qualsiasi cosa che avrete davanti e come premesso ci si sente in mail e quindi..

Non fatevi prendere alla sprovvista e quindi eccovi le date Pasquali Gregoriane calcolate la domenica successiva alla luna piena dopo l’equinozio invernale.

 

E questo e’ l’augurio dello Stefano con la sua striscia rappresentante le rimostranze della Giorgia…

Correttore Automatico…naaaa

Vi e’ mai capitato nelle varie messaggistiche di digitare una parola, dare invio senza leggere quanto avete scritto ed accorgervi poi che quanto pensavate da trasmettere al vostro interlocutore e’ stato variato dal correttore automatico facendo si’ che la frase fosse tutt’altro di quello che intendavate?

Esempi alla mano, un “appello” semiserio e’ quellodi Massimo Birattari a proposito delle bizzarre abitudini di correzione automatica dell’iPhone…

Se uno scrive sul computer o su un tablet, il correttore ortografico è una benedizione (sempre sia lodato!), mentre – ne sono convinto da sempre e niente mi farà cambiare idea – la correzione automatica è il Male, o semplicemente uno spirito maligno che fa scrivere email senza senso (quando va bene) o imbarazzanti.

Per questo l’ho disattivata e consiglio a tutti di fare lo stesso (se avete bisogno di istruzioni, le trovate nel post scriptum finale, ultime cinque righe).

Sul cellulare, però, dove i ditoni pigiano facilmente tasti vicini o si scrive con una mano sola mentre con l’altra ci si aggrappa ai sostegni di un vagone della metropolitana, i vantaggi della correzione automatica sono maggiori degli svantaggi.

Dunque la uso, e scrivo questo post nella speranza che alcuni suoi difetti possano essere superati.

Il correttore automatico di cui parlerò è quello di iOS, il sistema operativo di Apple, visto che utilizzo un iPhone (ma mi interesserebbe sentire le esperienze di chi usa Android o altri sistemi).

Il mio primo incontro con la correzione automatica di iOS, o meglio con la sua libera iniziativa, è stato scrivendo qualcosa come “Forse sì, ma ancora non lo sa”. Il messaggio che ho spedito, però, diceva: “Forse sì, ma ancora non lo Sto arrivando!”.

Cioè: come impostazione di partenza, il sistema considerava “sa” un’abbreviazione che veniva sciolta automaticamente in “Sto arrivando!” (forse adesso le cose sono cambiate).

Ecco, non mi è sembrata una grande idea, visto che in italiano la parola sa, terza persona singolare del presente di sapere, si usa abbastanza spesso.

(In inglese, l’abbreviazione è “omw”, che sta per “On my way!”, e la piccola differenza è che in inglese omw non è una parola di senso compiuto.)

Morale: sono subito andato a frugare tra le impostazioni (Generali ; Tastiera –; Sostituzione testo) per disattivare quell’abbreviazione .

Per quanto riguarda la correzione automatica vera e propria (che, ripeto, sullo smartphone è utile e fa risparmiare tempo ed errori), il problema tipico riguarda il benedetto c’è.

Il correttore automatico sa che è scomodo premere c, poi cambiare tastiera, battere l’apostrofo, tenere premuta la e fino a far comparire la e con l’accento grave; quindi ha deciso che basta scrivere ce per ottenere un bellissimo c’è. Ma certe volte noi vogliamo scrivere davvero ce e basta.

Per esempio, guardate qui:

Non voglio dire che tutti i *c’è ne sono, *c’è né bisogno, *non c’è ne per nessuno che si leggono nei tweet, su Facebook, nelle chat siano colpa del correttore automatico dell’iPhone.

Ma di sicuro vi consiglio di stare molto ma molto attenti ogni volta che volete scrivere ce.

Se l’autocorrezione di ce in c’è ha comunque senso, quella (totalmente casuale, tra l’altro) della congiunzione e (minuscola o maiuscola) nel verbo è ne ha sicuramente molto meno, visto che per ottenere quell’accento non occorre far altro che tenere premuto il tasto della e e sfiorare appena la è che compare subito sopra.

Ma per quanto riguarda gli accenti, il vero scandalo, e la vera ragione di questo mio sfogo, sono i passati remoti a tradimento. Perché, perché se voglio dire entro, arrivo, guardo, il correttore mi scrive entrò, arrivò, guardò?

Ecco: ho scritto questo post per spiegare a Apple Italia che, piaccia o non piaccia, nell’italiano contemporaneo il passato remoto è sempre meno usato, e le probabilità che, in un sms o in un messaggio di WhatsApp, io (ma non solo io) usi la terza persona singolare del passato remoto invece della prima persona del presente indicativo sono davvero infinitesime.

Quindi le rare volte che mi servirà un passato remoto sarò ben felice di mettercelo manualmente io, l’accento.

Invece devo passare il tempo a togliere quelli infilati a capocchia.

E qui bisogna parlare di un aspetto fondamentale del correttore automatico: la sua capacità di apprendimento.

Il sistema impara da ciò che scriviamo: un cognome o un nome geografico che all’inizio verrà segnato come errato (o magari sostituito con qualcosa di conosciuto) dopo un paio di impieghi potrà benissimo essere proposto come correzione, perché il sistema si rende conto che se torna spesso in quella forma ha un significato per noi.

Però, sul passato remoto, il sistema (almeno quello del mio iPhone) non impara: continuo a correggerlo e lui, granitico, insiste coi maledetti accenti.

La tendenza a scegliere termini già usati non vale solo per la correzione di parole che contengono errori di battitura.

Come nel caso di entro/entrò, il correttore interviene anche se uno ha scritto parole di senso compiuto.

Osservate queste schermate:

 

 

Può darsi che, nel mio vocabolario, inedito ricorra più frequentemente di onesto: ma qui la correzione viene proposta non alla fine della battitura di l’onesto, ma dopo l’aggiunta di sceriffo (e davvero escluderei di aver mai scritto in vita mia l’inedito sceriffo; ah, lo sceriffo di Prima pagina si lamenta perché i giornalisti lo chiamano sì onesto, ma tra virgolette).

In un altro caso, davvero inspiegabile, il correttore mi ha corretto una parola normalissima con una del tutto inesistente:

Ora, di sicuro la parola aceto non è di alta frequenza nei miei messaggini (la uso solo per parlarne male), ma posso assicurare di non aver mai impiegato l’errato e impossibile l’averò.

Quindi la domanda è: come mai il correttore automatico mi corregge una parola esistente, e lasciata intatta la riga sopra, per sostituirla con uno sgorbio impossibile da concepire? (Per completezza d’informazione: il piatto di cui si stava parlando erano i nervetti.)

Insomma, cara Apple Italia, cerca di fare qualcosa (soprattutto: lascia perdere i passati remoti, ti supplico).

PS: per disattivare la correzione automatica sul Mac, andate in Preferenze di sistema (l’icona con l’ingranaggio), premete su Tastiera, selezionate in alto il pannello Testo e togliete il segno di spunta (lasciate il quadratino vuoto) a “Correggi automaticamente ortografia”.

Sull’iPad (o sull’iPhone, se siete esasperati), premete Impostazioni (icona simile), andate su Generali, scendete fino a Tastiera e spegnete l’interruttore (non deve essere verde ma grigio) accanto a “Correzione automatica”.

Opinioni contrastanti sul coronavirus.

Come non condividere in pieno le considerazioni di Mattia Feltri?

Da buon Bergamasco non le manda a dire ma le scrive e del resto e’ quello che la maggior parte di noi reclusi pensiamo..troppe contraddizioni a partire dalle autocertificazioni che hanno fatto consumare fogli A4 e relative cartucce delle stampanti.

Questo e’ il “Buongiorno” fondo di prima pagina scritto da Mattia figlio del grande Vittorio su“La Stampa” di Sabato 4 aprile 2020...

Giunto al venticinquesimo giorno di confino domiciliare per un totale stimato di 175/190 ore dedicate alla lettura di affari concernenti il coronavirus ho capito…

   . Che il tampone è meglio farlo a tappeto ma è anche   meglio farlo solo ai sintomatici.

   . Che serve ma in realtà non serve perché oggi sei negativo ma domani chissà.

   . Che la mascherina protegge gli altri ma non noi però protegge noi ma non gli altri.

  • Che il virus ha una gittata di un metro oppure di un metro e ottanta, in base al vento, e che viaggia nell’aria ma di sicuro non viaggia nell’aria, a seconda da come lo guardi, che sopravvive sulle scarpe otto ore forse sedici forse ventiquattro ma sette o settanta sull’alluminio e tredici minuti o tredici notti sul cartone.

  • Che si può uscire a correre ma è vietato uscire a correre e nel dubbio ti possono sparare dalla finestra, ma solo con regolare porto d’armi.

  • Che i bambini possono uscire ma con un genitore e senza monopattino oppure col monopattino ma senza genitore

  • Che il tracciamento con la app funziona benissimo in Corea ma non funziona affatto a Singapore.

  • Che la sanità lombarda vista da qui è la migliore del mondo ma vista da lì è la peggiore del mondo.

  • Che abbiamo già trovato fra i sette e i nove farmaci miracolosi ma si guarisce solo se li si assume in Giappone o alle Galapagos.

  • Che non c’è recidiva ma per molti c’è recidiva.

  • Che i guariti non sono guariti.

  • Che la nuova strada sono i test sierologici e tuttavia non sono affatto sicuri.

  • Che a Wuhan finalmente ne sono usciti ma ne sono anche rientrati.

  • Che del resto si vedrà nei prossimi giorni, dipende, se carta mangia sasso o forbice taglia carta.

Buon Comple..ano.

Al di la’ del calendario il 29 marzo diventa particolare per una ricorrenza a cui non mi potro’ mai rifiutare, nel senso di declinare e non sniffatorio con svuotino..viene considerato giorno di festa..festa che poi non lo e’ considerato che sono agli arresti domiciliari senza obbligo della firma..e’ solo un giorno da ricordare e il mio pensiero diventa quasi concreto ed appare fino a toccarlo e sentirlo, come puo’ essere l’indefinito cosi’ forte e persistente con i suoi ricordi di quindici lustri virgola sei, trascorsi e con la visione sempre piu’ vicina della falce fienaria che passera’ senza voler sapere nulla del mio passato e quanto ho dato o preso tentera’ di opporsi continuando a germogliare sulle radici impiantate da chi ha fatto iniziare questo conteggio.. ad ogni modo ringrazio per il pensiero che avete avuto e ricambio con un grande abbraccio virtuale e con l’augurio che questo periodo possa essere ricordato con…finito con il ricordato con… e vi lascio alla striscia domenicale di Stefano che ci illustra l’autocertificazione anche per gli onorevoli.

 

Mio figlio e’ mio zio.

E’ un paradosso che ogni tanto spolvero e che in questi momenti viruscoronaici permettono di prendere un foglio e stilare l’albero geneaillogico…. prendete carta penna e gomma e passate una decina di minuti per capire la situazione di Cesare il toyboy de noantri….

Sono Cesare, ho 24 anni ed ho sposato una vedova di 48 anni.

Mia moglie ha una figlia di 25 anni.

Mio padre si e’ innamorato di tale figlia al punto di sposarla.

Quindi attualmente mio padre e’ diventato mio genero, in quanto ha sposato la mia figliastra.

Pertanto mia nuora e’ divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio padre.

Mia moglie e io abbiamo avuto lo scorso gennaio un figlio.

Costui e’ quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi cognato di mio padre.. e’ di conseguenza mio zio, in quanto fratello della mia matrigna.

Ed ecco spiegato come in oggetto del post il perche’

Mio figlio e’ mio zio.

Ma non e’ finita qui in quanto la moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio, che quindi e’ contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre e mio nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie.

Io sono quindi fratello di mio nipote e siccome il marito della madre di una persona e’ suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio.

Quindi il paradosso e’ che io sono mio nonno!

Ora pero’ cerco di fare un ragionamento per far quadrare la situazione..

Se io sono mio nonno, dovrei essere anche padre di me stesso, fratello di mio zio e nipote di mio figlio.

Pero’ essendo mio figlio mio zio io non posso essere il cognato di mia madre che ha sposato mio nipote, ovvero mio zio.

Quindi mia madre ha sposato mio zio e questo porta a dedurre il fatto che ora mia madre e’ anche mia sorella.

Mia sorella e’ diventata suocera di mio figlio, ma mia sorella e’ anche mia madre essendo matrigna di mia zia.

Quindi mio nonno potrebbe essere semplicemente il nipote di mio figlio.

Ergo, io sono fratello a un figlio unico..

Se io sono davvero il nonno di me stesso allora tutto questo e’ vero. Basta non ce la faccio piu’, datemi un masso, una corda e indicatemi la via del Po mentre vi lascio alla striscia domenicale primaverile di Stefano sulle liberta’ viruscoronariche.

Coronavirus alle strette?

Forza ragazzi tenete duro e se quanto pubblicato corrispondera’ al vero, vedremo la luce in fondo al tunnel.. resistere per vincere e un po’ per celia e un po’ per non morire lumiamo la striscia periodica di Stefano..in alto i cuori e mascherinizzatevi quando andrete a buttare la differenziata e ” restate in casa”..